Cosa coltiviamo - Biodiversità

Malva selvatica

STORIA ED ETIMOLOGIA

La malva selvatica (Malva sylvestris – Famiglia delle Malvacee) è una pianta che cresce spontanea nell’area del Mediterraneo. Il nome deriva dal latino “malva” significa “molle”, perché dai tempi più antichi se ne conoscono le proprietà emollienti. È una pianta originaria dell’Europa e Asia.

DESCRIZIONE

È una pianta erbacea annuale, biennale o perenne. Ha un fusto eretto o prostrato che può crescere dai 60-80 centimetri. Le foglie di forma palminervia dai 5 ai 7 lobi e margine seghettato irregolarmente. I fiori sono riuniti all’ascella delle foglie e spuntano da aprile a ottobre, di colore rosaceo con striature scure, con petali bilobati. Il frutto è un poliachenio circolare.

PROPRIETÀ ED UTILIZZI

I principi attivi si trovano nei fiori e nelle foglie che sono ricchi di mucillagini. Inoltre, contiene anche potassio, ossalato di calcio, vitamine e pectina. In cucina si usano i germogli, i fiori freschi o le foglioline. Utilizzata come verdura, può regolare le funzioni intestinali grazie alle mucillagini che si gonfiano e premono delicatamente sulle pareti dell’intestino, stimolandone la contrazione e quindi agevolandone lo svuotamento. In erboristeria se ne commerciano le foglie e i fiori prevalentemente per le proprietà antiinfiammatorie ed emollienti, per uso sia esterno che interno. La pianta è largamente impiegata contro le infiammazioni delle mucose e le forme catarrali delle prime vie bronchiali, ed anche come lassativa, antiflogistica, emolliente e oftalmica. Per tali usi le foglie vengono preparate in decotto, affinché le mucillagini possano sciogliersi nell’acqua. È pianta visitata dalle api per il polline ed il nettare.

COLTIVAZIONE

La malva selvatica è diffusa in Italia nella gran parte del territorio, ed è presente soprattutto nei prati e nei luoghi incolti di pianura.