Cosa coltiviamo - Biodiversità

Mela cotogna

STORIA ED ETIMOLOGIA

La mela cotogna (“Mala, quae vocamus cotonea et Graeci cydonia, ex Creta insula advecta”: tratto da “Naturalis Historia” di Plinio, in cui è citata la mela cotogna, in latino “cotoneum/cotonium”, esportata dall’isola di Creta dove si trovava la città di Cidòne – in greco Kydon) è il frutto del cotogno (Cydonia oblonga) albero da frutto appartenente alla famiglia delle Rosacee e al genere Cydonia. È uno dei più antichi alberi da frutto conosciuti: era coltivato già nel 2000 a.C. dai Babilonesi, mentre nella mitologia greca era un frutto consacrato ad Afrodite, simbolo di fecondità e popolarmente ritenuto un pegno di amore tanto che lo stesso Plutarco racconta come a Sparta, per decreto di Solone, fosse fatto obbligo alle giovani appena sposate di mangiare una mela cotogna prima di accedere al talamo. In epoca romana era ben noto, venendo citato da Catone, Plinio e Virgilio. Tutt’altro significato, invece, quando la mela cotogna è tenuta in mano da Gesù Bambino (Come la mela o il melograno), in cui è considerato simbolo di redenzione.

DESCRIZIONE

La mela cotogna (Chiamata a volte anche pera cotogna, in quanto alcune varietà hanno la forma allungata simile ad una pera) è un frutto tipico autunnale e la raccolta si effettua nel mese di novembre. Di colore giallo oro intenso, sono pomi di dimensioni variabili, (A volte molto grandi in alcune varietà) asimmetrici, maliformi o piriformi. La buccia del frutto è fittamente ricoperta di peluria che scompare a maturazione ed è comunque facilmente rimovibile. La polpa è facilmente ossidabile, poco dolce ed astringente con una certa quantità di tannino. I semi sono poligonali, numerosi, spesso agglutinati tra loro da uno strato di mucillagine. Il cotogno (È l’unica specie del genere Cydonia) si presenta come un piccolo albero o arbusto, caducifoglie e latifoglie, che può raggiungere i 5–8 m di altezza. La pianta si adatta anche a suoli relativamente poveri purché ben drenati, soffre per eccesso di calcare. Le foglie alternate, semplici, sono lunghe 6–11 cm, con margine intero, pubescenti (Finemente pelose). I fiori sono bianchi o rosa, con cinque petali, con corolle di 5–7 cm di diametro; la fioritura avviene tardivamente (Fine aprile – inizio di maggio), e si ha dopo la emissione delle foglie.

PROPRIETÀ ED UTILIZZI

Le foglie essiccate del melo cotogno sono tossiche, a causa della presenza di amigdalina; tuttavia, in passato, il decotto di foglie essiccate veniva sfruttato per le proprietà antielmintiche. Per la positiva funzionalità a livello gastro-intestinale, la mela cotogna è considerata un toccasana a tutti gli effetti: vanta infatti proprietà toniche, astringenti ed antinfiammatorie dell’apparato digerente, mentre i tannini contenuti nella mela cotogna sono in grado di proteggere la mucosa dell’intestino. Inoltre, come tutte le mele, contiene acidi organici, tra cui il malico, utile per favorire la digestione. Consumata cotta, la mela cotogna ha una spiccata proprietà lassativa, stimolando e favorendo la motilità intestinale grazie alla generosa presenza di fibre e pectine. Nella cosmesi, la mela cotogna viene utilizzata per i semi che, come abbiamo visto, si presentano agglomerati grazie ad uno strato mucillaginoso che li unisce: le mucillagini esercitano un’apprezzabile attività protettiva contro la disidratazione della cute, oltre a contrastare l’insorgere delle rughe. Sembra, inoltre, che la mela cotogna sia un buon rimedio naturale contro tosse e mal di gola (Sotto forma di decotto o macerato) ed inappetenza.

COLTIVAZIONE

Quasi tutte le varietà di cotogno sono autosterili, quindi per avere la fruttificazione occorre impiantare o avere presenti, almeno due varietà diverse per impollinarsi a vicenda, mentre alcune sono parzialmente autofertili. In ogni caso, è consigliabile avvantaggiarsi comunque dell’impollinazione incrociata. Data la limitata dimensione propria delle piante di cotogno, governata anche da opportune potature, i cotogni trovano spazio e sono ancora coltivati in orti e frutteti domestici. Il frutto era molto consumato fino a un secolo fa, ma ad oggi è diventato una rarità ed è considerato nei frutti dimenticati o minori (Definito anche frutto antico). Date le limitate dimensioni della pianta e la buona affinità di innesto, il cotogno è usato come portainnesto nanizzante per il pero nelle coltivazioni industriali (Non tutte le cultivar di pero sono compatibili). Le cultivar si differenziano per la forma del frutto, il colore, l’epoca di maturazione e la dimensione e sono molteplici. Di seguito alcune delle più diffuse:

  • Maliformi (Forma simile ad una mela): Del Portogallo, Mollesca, Champion, Ronda, Maliforme Tencara;
  • Piriformi (Forma simile ad una pera): Di Bazine, Gigante di Vrania, Lescovatz, di Smirne;