Cosa coltiviamo - Biodiversità
Olivo
STORIA ED ETIMOLOGIA
L’olivo o ulivo (Olea europaea – famiglia delle Oleaceae – genere Olea) è un albero da frutto che si presume sia originario dell’Asia Minore e della Siria, poiché in questa regione l’olivo selvatico spontaneo è diffuso sin dall’antichità, formando delle foreste sulla costa meridionale dell’Asia Minore, in cui i Greci cominciarono a coltivarlo scoprendone le sue grandi proprietà. Le olive, i suoi frutti, sono impiegati fin dall’antichità per l’estrazione dell’olio di oliva e per l’impiego diretto nell’alimentazione. Il nome “olivo” deriva dal latino “olīvum”, da un ablativo “olīvī”, “olīvō” di “oleum”, a sua volta dal greco arcaico “élaiwon” e dal greco classico “élaion”. La forma “ulivo”, come anche “uliva”, è più frequente in Toscana, ma è diffusa anche in altre parti d’Italia, la forma “olivo”, del tutto prevalente nella letteratura scientifica, è tipica del Veneto, di parte della Sardegna, dell’Emilia-Romagna e del Lazio settentrionale; nel Sud prevalgono “aulivo”, “alivo”, “avulivo”. L’olivo è una pianta centrale nella storia delle civiltà che si affacciano sul bacino del Mediterraneo e di tutto l’Occidente. Si narrano numerose leggende:
- Una di queste è di origine greca e narra di Atena che, nell’intento di benedire gli uomini, piantò la sua lancia nel suolo e crebbe il primo ramoscello d’olivo;
- Un’altra ci parla di un olivo raccolto ai confini del mondo da Ercole, in quel luogo nacque il bosco sacro a Zeus, dalle cui fronde venivano intrecciate le corone per i vincitori dei giochi olimpici;
Comunque si è appurato che le prime piante selvatiche esistevano sull’isola di Creta fin dal 4000 a.C. e che successivamente i cretesi si sono specializzati nella coltivazione di tale pianta la quale successivamente verrà esportata in tutto il bacino del Mediterraneo. Sia i popoli orientali sia quelli europei hanno sempre considerato questa pianta un simbolo della pace. Nell’antica Grecia l’olivo era considerato un albero sacro, a tal punto che chiunque veniva sorpreso a danneggiarlo veniva punito con l’esilio. A quel tempo la pianta non era ancora l’olivo coltivato ma il suo progenitore selvatico, l’oleastro. Per i Romani era simbolo insigne per uomini illustri. Secondo la tradizione i gemelli divini Romolo e Remo nacquero sotto un olivo. Per i Giudei l’olivo era simbolo della giustizia e della sapienza. Nella religione cristiana la pianta d’olivo ha una vasta gamma di simbologie, infatti, nella Bibbia si racconta che, calmatosi il Diluvio universale, una colomba portò a Noè un ramoscello d’olivo per annunciargli che la terra ed il cielo si erano riconciliati. Da quel momento, l’olivo assunse un duplice significato: diventò il simbolo della rinascita, perché, dopo la distruzione operata dal Diluvio, la terra tornava a fiorire; diventò anche simbolo di pace perché attestava la fine del castigo e la riconciliazione di Dio con gli uomini. Ambedue i simboli sono celebrati nella festa cristiana delle Palme dove l’olivo sta a rappresentare il Cristo stesso (Il cui nome, guarda caso, significa “l’unto”) che, attraverso il suo sacrificio, diventa strumento di riconciliazione e di pace per tutta l’umanità (Simbologia che si ritrova anche nei Vangeli), infatti, Gesù fu ricevuto calorosamente dalla folla che agitava foglie di palma e ramoscelli d’olivo; nell’Orto degli Ulivi egli trascorse le ultime ore prima della Passione. L’olio d’oliva usato nelle liturgie cristiane prende il nome di Crisma, utilizzato nei sacramenti del battesimo, dell’estrema unzione, della confermazione e dell’ordinazione dei nuovi sacerdoti.
DESCRIZIONE
L’olivo è un albero sempreverde latifoglie, la cui attività vegetativa è attenuata nel periodo invernale. Ha crescita lenta ed è molto longevo: in condizioni climatiche favorevoli può diventare millenario e arrivare ad altezze di 15-20 metri. La pianta comincia a fruttificare dopo 3-4 anni dall’impianto, inizia la piena produttività dopo 9-10 anni, mentre la produzione non diminuisce con alberi vetusti, infatti nel Sud Italia si trovano oliveti secolari. Le radici, per lo più di tipo avventizio, sono espanse e superficiali (0,7-1 metro di profondità). Il fusto è cilindrico e contorto, con corteccia di colore grigio, con legno duro e pesante. La ceppaia forma delle strutture globose, da cui sono emessi ogni anno numerosi polloni basali. La chioma ha una forma conica, con branche fruttifere e rami penduli (Orizzontalmente rispetto al fusto) secondo la varietà. Le foglie sono opposte, coriacee, semplici, intere, ellittico-lanceolate, con picciolo corto e margine intero. La pagina inferiore è di colore bianco-argenteo per la presenza di peli squamiformi. La parte superiore invece è di colore verde scuro. Le gemme sono per lo più di tipo ascellare. Il fiore ermafrodito, piccolo, con calice di 4 sepali e corolla di petali bianchi. I fiori sono raggruppati in numero di 10–15 in infiorescenze a grappolo (Mignole), sono emessi all’ascella delle foglie dei rametti dell’anno precedente, con inizio verso marzo–aprile. La fioritura vera e propria avviene, secondo le cultivar e le zone, da maggio alla prima metà di giugno. Il frutto è una drupa globosa, ellissoidale o ovoidale, a volte asimmetrica. È formato da una parte “carnosa” (Polpa) che contiene dell’olio e dal nocciolo legnoso e rugoso. Il peso del frutto varia tra 1-6 grammi (In base alla varietà), mentre il periodo della raccolta, va da ottobre a dicembre.
PROPRIETÀ ED UTILIZZI
Le olive rientrano, sicuramente a pieno titolo, tra i cibi simbolo della dieta mediterranea, riconosciuta a livello internazionale per le sue proprietà e un sapore molto caratteristico. Principalmente, vengono coltivate per la produzione dell’olio extravergine, ma anche per il consumo da mensa, sia che esse siano verdi, nere, con o senza seme, ripiene, intere, affettate ed in molte altre forme, fanno parte di antipasti, insalate, primi piatti, paté, salse, pane o insieme ad altri componenti di ripieni di carne e pesce. Sono una fonte di vitamine A, B, C, E, sali minerali (Ferro, sodio, fosforo, magnesio, potassio e iodio), oltre a fornire acido oleico con un alto contenuto di fibre (Che aiuta a regolare il nostro sistema intestinale). Oltre ai loro famosi benefici per il nostro sistema cardiovascolare possiedono proprietà benefiche anche per il nostro sistema muscolo-scheletrico, respiratorio, nervoso, digestivo: tutto questo grazie al loro alto contenuto di fitonutrienti e antiossidanti.
COLTIVAZIONE
L’albero di olivo si adatta bene ad ogni tipo di terreno, compreso aridi o poveri. Nell’ottica di ottenere un buon risultato di produzione, bisogna tenere in considerazione la relazione tra pianta e terreno, attraverso lo sviluppo di un apparato radicale armonico, l’instaurarsi di scambi gassosi adeguati, una buona ritenzione idrica, una dotazione di sostanza organica, un’attività microbiologica equilibrata. Per garantire tutto questo serve un terreno sciolto e non asfittico, evitando il compattamento e le lavorazioni quando è bagnato. Nell’ottica di un’agricoltura praticata con il massimo rispetto per l’ambiente bisogna effettuare il contenimento delle piante infestanti unicamente sotto le piante, attraverso la tecnica della pacciamatura, particolarmente utile nei primi anni d’impianto, oppure con l’inerbimento controllato, che può migliorare la struttura fisica del suolo, apportare sostanza organica, normalizzare i livelli di umidità, favorisce l’infiltrazione delle acque piovane e riduce l’erosione del suolo. L’olivo deve essere regolarmente concimato, in genere una volta all’anno, con apporti di compost o letame. Inoltre, per ottenere una produttività soddisfacente può essere conveniente irrigare al bisogno, evitando di bagnare la chioma. La potatura è un altro fattore importante da tenere in considerazione, che ha lo scopo di far raggiungere alla pianta una forma ottimale e di mantenerla nel tempo, per equilibrare la produzione, permettendo la circolazione d’aria e accesso dei raggi solari alla chioma, evitando ristagni di umidità.