Cosa coltiviamo - Biodiversità

Salvia

STORIA ED ETIMOLOGIA

La salvia comune (Salvia officinalis) è una piccola pianta perenne erbacea aromatica dai delicati fiori labiati appartenente alla famiglia delle Lamiaceae. Il nome generico (Salvia) deriva dal latino “salvus” (Salvare, sicuro, bene, sano) un nome antico per questo gruppo di piante dalle presunte proprietà medicinali, infatti, anche l’epiteto specifico (Officinalis) indica una pianta con proprietà medicinali reali o supposte. Il nome scientifico della specie è stato definito da Linneo (1707 – 1778), conosciuto anche come Carl von Linné, biologo e scrittore svedese considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione “Species Plantarum” del 1753. I Galli ritenevano che la salvia potesse guarire tutte le malattie e che aiutasse a debellare febbre e tosse. Per i Romani la salvia era una pianta sacra e il raccolto spettava a pochi eletti che, per l’occasione, indossavano una tenuta particolare e compivano sacrifici. Usata come cicatrizzante nel Medioevo, nel XVII secolo un cesto di foglie di salvia era invece merce di scambio preziosa, che veniva addirittura scambiata dai mercanti olandesi.

DESCRIZIONE

L’altezza di queste piante varia da 20-40 centimetri (A volte 60 centimetri), sono perenni e legnose alla base, si presenta grigio-tomentosa con odore aromatico. Mentre nelle zone calde è un arbusto sempreverde. Le radici sono dure e robuste. La parte aerea del fusto è molto ramificata e legnosa alla base. Le foglie sono cauline a disposizione opposta con lamina picciolata e forma lanceolate, con consistenza feltrosa al tatto ed hanno un colore verde-grigiastro e un profumo di caratteristica freschezza.  Le infiorescenze sono ascellari. I fiori sono ermafroditi (Fioritura da marzo a maggio, a volte fino a luglio). Il frutto ha forma più o meno ovoidale, con semi piccolissimi di colore marrone scuro.

PROPRIETÀ ED UTILIZZI

I principi attivi e benefici sono contenuti nelle foglie che sono ricche di flavonoidi, di vitamine B1, C e di olio essenziale (Tujone), che ne conferisce il tipico odore e sapore.  Aiuta gli organi digestivi, stimolando la produzione della bile, e antispasmodica per stomaco e intestino, perché agisce come rilassante della muscolatura liscia, pertanto, utile in caso di intestino irritabile, spasmi all’apparato digerente o contro i dolori mestruali, dalle cui foglie si ricava l’olio essenziale. Ha proprietà antisettiche e balsamiche, ed è ideale in caso di infezioni intestinali e in quelle della bocca e come cicatrizzante per ferite, e per curare raffreddore, tosse, mal di gola e febbre. I flavonoidi, invece, esercitano un’azione estrogenica, ed infatti la salvia ha sempre avuto la fama di pianta per i disturbi tipicamente femminili. L’olio essenziale di salvia è un ottimo antiossidante, contrasta i radicali liberi e rallenta la formazione di rughe e la degenerazione dei tessuti. Per le sue note proprietà cicatrizzanti si può usare anche sui brufoli e sulle piccole abrasioni. Nonostante la sua origine mediterranea, la presenza della salvia per aromatizzare carni di vario genere è consolidata da secoli in quasi tutte le tradizioni culinarie d’Europa, ma anche in Medio Oriente. Per conservare le foglie di salvia, ci sono due metodi che possono essere impiegati:

  • Surgelare le foglie: Le erbe aromatiche congelate occupano poco spazio in freezer e mantengono abbastanza bene l’aroma;
  • Essiccazione: Utile da usare per fare decotti e tisane, oppure si possono triturare le foglie secche e inserirle in mix di spezie o sali aromatizzati.

COLTIVAZIONE

La salvia è una pianta che ama il caldo e predilige posizioni soleggiate, infatti conviene piantarla lontano da elementi ombreggianti, molto resistente al gelo, ma non per lunghi periodi. Non teme la siccità, teme le situazioni di prolungata umidità del terreno o dell’aria. Si adatta a ogni tipo di terreno, fedele alle sue origini mediterranee, soffrendo solo ristagni idrici e terre troppo compatte e argillose. La salvia ha un buon fabbisogno di azoto, e se vogliamo che produca molte foglie, bisogna apportare annualmente compost o stallatico. In inverno, soprattutto nelle regioni settentrionali, si consiglia di proteggere l’apparato radicale di questa pianta officinale con una pacciamatura di paglia, in modo da riparare le radici dalle gelate. Come molte piante perenni è utile periodicamente intervenire con potature che regolino la pianta, due volte all’anno. Prima della primavera si rimuovono rami e foglie secche, mentre alla fine della fioritura si pota in modo più deciso, togliendo buona parte dei rami verdi, rinnovando l’arbusto e mantenendolo sano e produttivo. Le foglie di salvia si possono cogliere durante tutto l’anno, in quanto sempre verde il loro aroma è disponibile anche durante l’inverno, al contrario di altre piante come menta e basilico che hanno una concentrazione di oli aromatici molto più variabile a seconda della stagione e non resistono ai periodi freddi. Al bisogno quindi basta staccare le foglie, senza staccare invece i rami lignificati, perché più lenti nel riformarsi.